Il comune di Altopascio, posto in un lembo estremo della Valdinevole, si trova in provincia di Lucca ed ha una popolazione di circa 11.000 abitanti. All’interno della città si possono ammirare la Chiesa di Sant´Iacopo, che risale al XII secolo e il Castello, dell’XI secolo.
Gli studiosi hanno formulato numerose ipotesi sull’origine del nome Altopascio. Secondo l’interpretazione “longobarda” il termine è riferibile all’appellativo del fiume “Teupascio” o “Teupasso” (oggi Tassinaia), presente nei documenti a partire dal X secolo. Secondo coloro che sostengono la matrice latina del toponimo, questo deriverebbe da “altus passus”, ovvero luogo alto, o “altus pascuus”, che vuol dire pascolo. Altri ancora sostengono la causa del nome antico della località, “il luogo del rio Topascio”, unione delle parole longobarde “teu” (popolo) e “passio” (ruscello), con le quali si indicava l’accesso libero al fiume.
L’origine e lo sviluppo di Altopascio sono senza dubbio legati alla storia dell’ordine degli Ospitalieri del Tau, che presero il loro nome dalla lettera greca impressa nella torre del paese. Si ritiene sia stato fondato intorno alla metà dell’XI secolo intorno all’Ospedale, una struttura come tante altre lungo la via Francigena che si proponeva di accogliere e ristorare i pellegrini in viaggio verso Roma. La Regola dei frati imponeva loro che fornissero vitto e alloggio a seconda del censo e curassero coloro che si potevano essere ammalati durante il viaggio.
Fin da subito l’ordine guadagnò ricchezze attraverso le donazioni con le quali cittadini e aristocratici speravano di guadagnarsi un posto in Paradiso. Gli Ospitalieri arrivarono all’apice del loro prestigio nella prima metà del XIII secolo, all’epoca delle grandi lotte tra Papato ed Impero che vedeva fiorire ed arricchirsi numerose città fortificate e monasteri. Altopascio finì nel mirino di Firenze proprio a causa della fama dei monaci e uscì indenne dai tentativi di conquista da parte dei fiorentini solo grazie alla protezione del Papa.
La decadenza dell’importanza della via Francigena e il progressivo impoverimento della campagna toscana segnarono il declino degli Ospitalieri. Già in occasione dei Giubilei del 1300 e 1350 l’Ospedale si trovò in condizione di dover chiedere prestiti per assicurarsi la propria sopravvivenza. Nel XV secolo l’ordine passò sotto la direzione di maestri laici. Di riflesso, anche Altopascio, dopo anni di assedi da parte delle grandi città toscane, perse di importanza e rilevanza strategica.
Oggi Altopascio è un importante snodo stradale, una città ricca di testimonianze storiche e con un’attività industriale ben consolidata, ma soprattutto è una delle capitali italiane del pane. Eredita questa tradizione dagli antichi fornai che nel Medioevo producevano il pane con il quale potevano sfamarsi i pellegrini della via Francigena. A dispetto della decadenza politco-economica del XIV secolo, i fornai altopasciesi hanno proseguito ed anzi esteso la loro attività anche durante il Rinascimento, traghettando l’artigianato del pane fino ai giorni nostri. Oggi l’industria del pane si divide tra la grande distribuzione dei panifici industriali d’avanguardia e le piccole botteghe che si possono visitare passeggiando per la città.