Il toponimo Firenze, in italiano, deriva da quello di Fiorenza usato nel periodo di massima fioritura della città intorno alla metà del secondo millennio d.C. ed a sua volta derivante dal latino Florentia, la città edificata dai romani.
L’originario centro abitato di Florentia, fondato nella primavera del 59 a.C., risultava in posizione differente rispetto all’antica città etrusca, essendo stato strategicamente costruito a difesa di un ponte utilizzato dalle colonie romane. Usufruendo di una legge agraria emanata durante il consolato di Cesare, il nucleo originario fu trasformato secondo i consueti canoni dell’ingegneria militare di Roma in una pianta rettangolare dove il cardo ed il decumano si incrociano ortogonalmente nella piazza centrale.
La cerimonia della nascita ufficiale della città combaciò con le feste romane dell’arrivo della primavera, le cerimonie in onore alla dea Flora che si svolgevano dal 28 aprile al 3 maggio. Queste cerimonie erano dette Ludi Florales, in onore di Floralia e da queste ebbe origine il nome della città.
Nella storia di Firenze un ruolo centrale è occupato dalla famiglia dei Medici, sotto la cui egemonia la città conobbe il suo periodo più fulgido.
I Medici erano abbienti mercanti di lana, che si dedicavano anche all’arte del cambio; essi tenevano un “banco”, che prestava cospicue somme alla nobiltà ed al clero: la prima banca d’Europa, con filiali in diverse città d’Italia e dell’estero.
Essi erano comunque osteggiati da altre famiglie, in particolare gli Albizi che temevano per il loro potere, tanto da subire le congiure che culminarono con l’esilio di Cosimo nel 1433 d.C.; l’anno dopo tuttavia, i nuovi reggitori, che vedevano di buon occhio i Medici, fecero tornare Cosimo, il quale rientrò in città acclamato dal popolo con tutti gli onori. Dal 1434 d.C. per quasi trenta anni, quello che nella storia di Firenze rimarrà noto come “Cosimo il Vecchio”, fu in pratica l’effettivo “Signore di Firenze” tanto da meritarsi l’appellativo di “Padre della Patria”, malgrado non avesse mai accettato alcuna carica politica.
Il figlio Piero detenne il potere soltanto per un quinquennio non riuscendo però ad amministrare le finanze ed il potere che trasmise poi ai figli Lorenzo e Giuliano, quest’ultimo morto a causa di una congiura disegnata dalla famiglia dei Pazzi, rivale dei Medici. Signore di Firenze divenne così Lorenzo, che fu chiamato “il Magnifico” per la magnanimità verso il popolo e per il mecenatismo che amava manifestare nell’accogliere alla sua corte letterati come lui ed artisti in genere.
Gli anni che precedettero la morte di Lorenzo il Magnifico, avvenuta nel 1492 d.C., furono caratterizzati dalla prepotente figura di pubblico accusatore di fra’Girolamo Savonarola che nelle sue prediche auspicava l’affermarsi di un governo del popolo e si scagliava contro la ricchezza dei nobili ed il degrado morale del clero.
Altro personaggio da menzionare è Cosimo I, che nonostante l’indole da tiranno, seppe governare con equilibrio avendo i meriti, fra gli altri, di trasformare Palazzo Vecchio in una fastosa reggia e di estendere la sovranità di Firenze su Siena e quasi sull’intera regione tanto da guadagnarsi il titolo di “granduca di Toscana”, conferitogli direttamente da papa Pio V il 24 agosto del 1569.
Dopo il breve e infruttuoso governo del primogenito di Cosimo, Francesco I, salì al potere il fratello Ferdinando I che riuscì nell’intento di proseguire l’oculato regime politico del padre. Negli anni a seguire il granducato andò man mano perdendo potere ed influenza sulla politica italiana; dopo il cagionevole Cosimo II, alla cui morte il potere passò nelle mani della madre e della moglie Maria Maddalena d’Austria, la città di Firenze si giovò delle iniziative e del mecenatismo di Ferdinando II, che, oltre a fondare l’Accademia del Cimento e dare il via al progetto dei Giardini di Boboli, ebbe il merito di accogliere alla sua corte Galileo Galilei.
Cosimo III, che governò dal 1670 al 1723, guidò la città in un’epoca di profonda decadenza durante la quale, tra l’altro, morirono tutti i membri della famiglia Medici.
Tra il 1865 ed il 1870, Firenze divenne capitale del Regno d’Italia; la richiesta di spazi per gli uffici amministrativi, nonché quelli necessari per accogliere il personale governativo, stimabile fra le quindicimila e le ventimila unità, aggravò rapidamente la questione degli alloggi tanto da rendere necessario l’esproprio del patrimonio della Chiesa.